La scelta decisiva by Charlotte Link

La scelta decisiva by Charlotte Link

autore:Charlotte Link [Link, Charlotte]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: Corbaccio
pubblicato: 2017-02-15T00:00:00+00:00


Verdun, Francia,

giovedì 17 dicembre

Il lato più irritante del mese di dicembre era che faceva buio presto. Praticamente era già notte alle cinque del pomeriggio. Non che François al buio vedesse meno bene che con la luce, i suoi occhi non avevano niente che non andasse. Ma si stancava prima, doveva lottare strenuamente contro la tentazione di sdraiarsi e addormentarsi. Soprattutto quando era in giro già da molte ore. Era partito da Berlino di buon mattino e da allora, escludendo una breve sosta per pranzo, guidava il pesante camion delle consegne in quella giornata grigia e monotona. Come se non bastasse, oltre alla mancanza di vera luce, il mondo intorno a lui perdeva i colori e si ammantava di cupezza. Nuvole basse, campi spogli. Rami neri che si stagliavano nitidi contro il cielo spento. Chilometri e chilometri di autostrada senza che l’occhio potesse catturare alcunché intorno. Era una condizione che metteva sonno. E dopo essere riuscito a sopravvivere alla meno peggio ti ritrovavi immerso nel buio della notte a conclusione di una giornata di dura fatica.

Non c’era niente da fare. Aveva bisogno di una breve sosta. Era all’altezza di Verdun, voleva raggiungere Parigi entro la giornata. Sarebbe arrivato molto tardi. Sarebbe stato più ragionevole – e più regolare – percorrere ancora un pezzo di strada, pernottare e il mattino dopo arrivare a destinazione. Ma non ne aveva voglia. Voleva finire quel viaggio, voleva sdraiarsi almeno un paio d’ore nel suo letto. L’indomani avrebbe potuto dormire più a lungo, più tranquillo; la merce – impalcature smontate – sarebbe stata consegnata con la massima puntualità, e con questo avrebbe assolto più che egregiamente il proprio dovere. In certe cose il capo era generoso. Permetteva ai dipendenti di prendersi mezza giornata di ferie senza conseguenze.

Una sosta però era necessaria. Voleva fare quattro passi nell’aria limpida e fredda, sperando che potessero ridargli un po’ di energia. Una sigaretta e un bel caffè forte, e sarebbe stato di nuovo in pista.

Imboccò la rampa della prima area di servizio. C’erano già molti mezzi pesanti, lui si accodò, spense il motore e si stirò sollevato. C’era un ristorante dove avrebbe potuto bere un caffè. Stava per scendere quando fu bloccato dallo squillo del cellulare.

Sul display lesse il nome Victor. Era un collega di lavoro. François a volte usciva con lui a bere una birra e ad ascoltare le sue lamentele per il divorzio. La moglie di Victor pretendeva una cifra esosa per gli alimenti e, secondo lui, aveva dalla sua l’avvocato più insopportabile di tutta Parigi. Il divorzio andava per le lunghe e Victor era in preda al panico, non parlava d’altro.

Sospirò. Sperava che non si trattasse di un nuovo capitolo del dramma: al momento non era proprio in grado di consolare nessuno.

«Sì, Victor? Che cosa c’è?» rispose.

La voce di Victor era un po’ trattenuta, come se si sforzasse di bisbigliare. «Dove sei?» chiese.

«All’altezza di Verdun. Più o meno. Perché?»

«La polizia è appena stata qui. Volevano assolutamente parlare con te.»

François richiuse per sicurezza la portiera che aveva già aperto.



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